SpoNpatour 2018 – riepilogo

27-30 settembre 2018

Plose – S. Vigilio – Kronplatz – S. Leonardo – Rif. Genova – Val di Funes

Partecipanti 11:
Gianluca, Antonio, Paolo C, Alessandro, Giovanni, Claudio, Paolo F, Lino, Gianni, Roberto, Luca

  • percorsi 160 km
  • dislivello complessivo 6400 mt (elevazione min 600 – max 2350 m/slm)
  • pedalato per 17 h
  • velocità media 9,4 km/h

Gruppo ridotto in questa edizione, grandi assenti Sergio S per motivi famigliari e Corrado perché in convalescenza, nessuno degli Scandiccesi.
Non ci sono new entry.

Giovedì 27 settembre 2018

Ritrovo come sempre alla Carrefour, tempo splendido, si parte con destinazione TISO, paesino semisconosciuto prima di Bressanone dove abbiamo trovato uno dei pochi alberghi che si accordava con le nostre esigenze.
Arriviamo in orario nonostante un po’ di coda all’uscita dell’autostrada, ognuno seguendo il proprio navigatore… c’è chi arriva da una strada chi da un’altra! Sistemiamo auto e bici in garage e poi si cena!
Dopo cena i più anziani del gruppo, che poi sono i più giovani di spirito, si dirigono in auto verso la movida di Bressanone, mentre gli altri si accontentano di una passeggiata notturna nel paese, in ricognizione, per capire da dove sarebbero arrivati 3 giorni dopo alla fine del giro, prevedendo una salita, visto che il paese non è a valle ma abbarbicato sulla montagna.

Venerdì 28 settembre 2018

Mattina (TISO – S GIORGIO EORES – PLOSE – PASSO DELLE ERBE) :
Percorsi 38 km in 5:35 ore (1h di soste), dislivelli: +1970 mt-930 mt.

Si parte (belli nutriti) in orario perfetto in direzione di Albes, che si trova 350 mt più in basso, e il freddo a quell’ora in discesa si fa un po’ sentire.

Attraversiamo vari campi, dove sono a raccogliere le mele, e giunti ad Albes ci infiliamo nella valle di Eores in una strada bianca che costeggia l’omonimo torrente; la valle è incastonata tra due montagne ripide ed è molto freddo (4°) accentuato anche dalla brezza creata dal movimento dell’acqua, l’unica cosa che ci scalda è che saliamo di 600 mt in 6 km.

Rientrati sull’asfalto la salita si fa più dolce, il sole scalda e il paesaggio si apre, continuiamo per 16 km fino a raggiungere quota 2250 mt su strada bianca in prossimità del rifugio Rossalm.

A quel punto visto che era ancora era relativamente presto decidiamo di arrivare al Passo delle Erbe per archiviare prima di pranzo ancora un po’ di salita. Prima però dobbiamo scendere fino al Rio Luson e per evitarci un po’ di salita su strada bianca ci lasciamo abbagliare da un sentiero in discesa che inizialmente risulta piacevole ma che poi diventa un singletrack con passaggi stretti tra massi e ringhiera di sicurezza che ci costringe a procedere a piedi per quasi un km. Tornati su un sentiero più umano iniziano le prime avvisaglie di sbandamento: chi ha finito l’acqua e cerca improbabili rifornimenti agli abbeveratoi, a Roberto si stacca il portaborraccia con annessi portacavi e ci vogliono 10 minuti per ripartire, poi per attraversare il Luson ognuno sceglie il suo guado e ci disperdiamo.
Sulla salita in asfalto si inizia a capire chi quest’anno ha più gambe degli altri ma arrivati tutti al Rifugio Ucia de’ Borz (anche se volano i primi accidenti agli organizzatori), il cibo, il bel clima, il paesaggio e la rassicurazione che nel pomeriggio restava poca salita da fare rende tutti allegri.

Pomeriggio (PASSO DELLE ERBE – S MARTINO DE TOR – PICCOLINO – GRAN JU – S VIGILIO):
Percorsi 27 km* in 2:40 ore* (0:28h di soste), dislivelli: +630 mt*, -1390 mt*.
* numeri validi per chi ha fatto il percorso completo

Quando ripartiamo dopo pranzo non è prestissimo, per cui ci mettiamo in cammino con determinazione; dopo uno strappo in salita che ci porta alla base del Sass de Putia, iniziamo a scendere seguendo le sue pendici, purtroppo a causa del terreno un po’ accidentato ci tocca (a parte eccezioni) a fare circa 500 mt a piedi, poi una volta sbucati nei prati antistanti il Rifugio Goma il sentiero diventa strada bianca e scendiamo ininterrottamente, a parte una sbarra e un guado, di -500 mt in 8 km e una volta rientrati su strada asfaltata altri -450 mt in 6 km fino ad arrivare alla stazione a valle di Piculin. A questo punto la stanchezza è tanta e solo gli stacanovisti: Gianluca, Paolo C, Roberto, Gianni e Lino (bella forza è elettrico 😂 ma gli è finita la carica a 1 km dalla vetta 😂 ) se la sentono di continuare sul percorso originale e salire il Col D’ancona (però senza tagli nel bosco) aggiungendo rispetto agli altri (che hanno fatto il giro intorno su ciclabile e asfalto) 150 mt di salita e 1 km di strada prima di arrivare all’albergo “Riposo al Bosco” a S Vigilio.

Sabato 29 settembre 2018

Mattina (S VIGILIO – COSTA – PASSO FURCIA – PLAN DE CORONES):
Percorsi 15 km in 2:55 ore (30m di soste), dislivelli: +1152 mt, -98 mt.

Si parte in orario, e inizia praticamente subito la salita, inizialmente su asfalto, che in mezzo a prati di foraggio, passando dall’abitato di Costa, ci porta fino alla “Schnapskurve o Curva Della Grappa”, poi dopo un’altra salitona al limite del pedalabile si entra nel bosco. Quando si esce dal bosco a 1700 mt si attraversa alla base la pista Prè da Peres e siamo al Passo Furcia. Dopo un po’ di rifocillamento si ricomincia a salire sullo stesso tracciato che fecero al Giro d’Italia, prima su una pista da sci poi in una carrabile nel bosco dove ogni curva ha un cartellone che ricorda i campioni di ciclismo del passato. Arrivati ai 2000 mt si prende a sinistra per il rifugio Graziani e procedendo in senso orario si gira intorno al Plan de Corones fino ad uscire dal bosco dal lato nord da dove si fa l’ultima salita per arrivare in cima.

Siccome siamo addirittura in anticipo sulla tabella di marcia ci concediamo un po’ di riposo sotto la campana con “sbracamento” al sole e visita turistica. Ma il mezzogiorno ci trova già a sedere a pranzo nel rifugio, tant’è che molti non hanno sentito la campana suonare!

Al Plan de Corones

Pomeriggio (PLAN DE CORONES – FURCIA – TORPEI – RIT – LA VALLE – S LEONARDO):
Percorsi 38 km in 4:30 ore (1h di soste), dislivelli: +1088 mt, -1989 mt.

Questa sezione del tracciato quest’anno è risultata la più “nera”…

ASCOLTA COSA CONFIDA GIANNI AD ANTONIO QUANDO SONO AL PLAN DE CORONES

… un po’ per la stanchezza del secondo giorno, un po’ forse perché nella salita del RIT (il nome è già un programma) che è tutta nel bosco fitto, non ci sono state distrazioni di panorami e la testa pensava solo: “ma quando finisce?”.

Comunque, dopo pranzo al Plan de Corones il morale e l’allegria è al massimo tant’è che scatta la gag che, come spesso accade, vede protagonista Lino, che ha la ruota a terra (ha forato? lui dice che gliel’hanno sgonfiata…) e una semplice riparazione diventa una comica!

Nel frattempo i nostri discesisti Paolo F e Claudio (mancava Corrado) scendono al passo Furcia seguendo l’omonima pista da free ride (clic sull’immagine per ingrandirla)mentre gli altri dopo la riparazione seguono la prima parte (facile) della Gassl, che qualcuno comunque abbandona dicendo: Mi è già venuto il mal di mare!

Riunitici al Furcia proseguiamo la discesa tagliando la pista Miara e continuando nel bosco fino all’abitato di Torpei, dopo esserci riforniti di acqua arriviamo alla fine a fondo valle in località Ciamaor avendo ridisceso 1000 mt in 45 minuti!

Ora dopo zero pianura passiamo il ponte sul fiume e iniziano i dolori della salita che ci porterà al passo Croce del Rit a 2000 mt, sono solo 800 mt di dislivello ma con pendenza media del 10%. In questa salita il gruppo si sgrana, iniziano i mugugni, gli accidenti, le invidie per chi ancora sale senza grossi sforzi, non ci riuniamo neanche nell’unico punto panoramico e ognuno sale senza aspettare nessuno per la paura di non essere aspettato.

Salita al passo Croce di Rit

Comunque, anche se in ordine sparso, tutti arriviamo al passo e Giovanni si distingue per averla fatta tutta in sella! Dopo un po’ di meritato riposo si riparte buttandosi in discesa e godendosi il paesaggio decisamente idilliaco.

Qualcuno si ferma a un rifugio, ma c’era una festa privata e non riesce a prendere nemmeno un caffè. Arrivati in località Spescia succede l’ammutinamento: a nulla vale la spiegazione che è meglio continuare per i prati dell’Armentara sulla carrabile sterrata, dove si sarebbero salito ancora per un po’, per arrivare all’albergo a S. Leonardo dall’alto… la parola che danza nei pensieri ormai è solo DISCESA e buttandosi giù su asfalto, passando da La Valle arrivano sulla provinciale e così… ottengono solo di prendere una bella ghiacciata, perché data l’ora ormai era in piena ombra, e rifare la salita fino all’albergo! Qui però una bella doccia e la SPA rilassano tutti, e si godono una bella cena, dove viene lanciata la scommessa tra Gianluca e Paolo C sul dimagrimento fino a 82 kg entro il 1° maggio 2019! (video della pesata). Anche il dopocena al bar con degustazione (e spiegazione) di varie grappe non è niente male.

Domenica 30 settembre 2018

Mattina (S LEONARDO – PASSO JUEL – LONGIARU – MALGA VACIARA – RIF GENOVA):
Percorsi 24 km in 4:35 ore (1h di soste), dislivelli: +1447 mt, -506 mt.

Il mattino a colazione come sempre ci vede belli pimpanti, anche i timori del meteo sull’avvicinarsi di una perturbazione sono fugati dal panorama che si vede dalle finestre, che ci mostrano i monti dove ci dobbiamo dirigere solamente un po’ velati dalla nebbia mattutina.

Partiamo in orario e, dopo esser ridiscesi sulla provinciale, la abbandoniamo quasi subito per prendere la strada che snodandosi tra piccole frazioni e pascoli ci fa salire sino al  Passo Juel da dove ricaliamo fino a Longiarù.

Il paese ci accoglie praticamente addormentato a parte forse l’unico bar aperto, che noi provvediamo a riempire!

Ci aspetta l’ultima grande fatica di questo Sponpa, dobbiamo risalire dai 1400 di Longiarù fino ai 2300 del Col de Coltores. Dopo un po’ di riposo, prolungato anche da una foratura a Paolo F (che comunque riesce a tamponare con grande maestria e inventiva), cominciamo a salire i primi tornanti, inizialmente su asfalto, e qui inizia il “tutti contro tutti”: chi ce la fa ancora scappa via, chi vorrebbe stargli dietro impreca.

Quando poi la strada diventa sterrata, Alessandro con grande determinazione (anche se il suo compagno di camera parla di strane polverine notturne) stacca tutti e lo rivediamo solo alla Malga Vaciara. Gli altri si danno al turismo e/o gli accidenti visto che la salita sembra interminabile.

Arrivati alla Malga ci concediamo un po’ di riposo, ristoro e sbraco prima di ripartire per il rifugio Genova dove qualcuno vorrebbe già essere perché inizia la fame.

Ma prima, anche se la strada inizialmente sembra facile, c’è da salire e lo si vede bene perché davanti a noi c’è solo montagna. Una prima salita è dura ma qualcuno ancora ce la fa a farla in sella, subito dopo troviamo il previsto sentiero con scalini da fare con bici a spinta o a spalla, prima di arrivare finalmente al Col de Coltores da cui ammiriamo, oltre che la vallata da cui proveniamo, anche il lato sud del Sass de Putia, dove siamo passati il venerdì.

Ma ora basta turismo! La fame incombe, e ci fiondiamo in discesa fino al rifugio Genova dove, nonostante sia pieno di gente, riusciamo in meno di 10 minuti a essere a sedere a 2 tavoli; del resto è una nostra specialità oltre alla mtb (chi c’era nel 2015 ricorderà il pranzo alla Malga Mandrielle).

Pomeriggio (RIF GENOVA – S GIOVANNI RANUI – S PIETRO – TISO):
Percorsi 20 km in 1:30 ore (15 min di soste), dislivelli: +178 mt, -1508mt.

Nessuno vorrebbe alzarsi, con il sole che ci scalda, il gruppo delle Odle davanti a noi… ma la dura realtà ci aspetta, dobbiamo tornare alla base!

 

Facciamo una bella discesa, veloce e panoramica, ci fermiamo solo per una pompata alla ruota malconcia di Paolo e alla chiesetta di S, Giovanni in Ranui a fare un po’ di foto (del resto è la più fotografata dell’Alto Adige), poi ci tocca un po’ di risalita fino a un sentiero nel bosco che, come confetto finale, ci riporta con una bella discesa a Tiso.

Come sempre, tutti i grandi eventi hanno un prologo e un epilogo che, come evento clou, si manifestano in una cena!

PROLOGO

10/09/2018

Cena a Prato

Si spiega a grandi linee quello che ci aspetta quest’anno, o almeno quello che si pensa ci aspetti, e ognuno elabora teorie di attacco e di difesa.

EPILOGO

6/12/2018

Cena a Firenze

Per cambiare quest’anno facciamo la cena conclusiva in un ristorante. A fine cena, al termine della proiezione del filmino, vengono perfezionati su carta i termini della scommessa tra Paolo e Gianluca. Quest’ultimo ci legge un’anticipazione della poesia Sponpa 2018 e Antonio ci declama e consegna alla storia la sua ode: Riflessioni su cos’è lo Sponpa nel 2018.