Dopo la tempesta notturna il tempo resta inquietante, fino a Malga Klammbach salitina piacevole, poi alla
stazione a monte dell’impianto “Orto del Toro” eccoci alla scelta decisiva: si cala a Mose e si risale per la
classica e conosciuta forestale, lunga ma pedalabile, oppure si affronta dritto per dritto la rampa che porta al
Monte Arnese, per arrivare a Sillianer restando in quota… sul crinale ?
L’istinto mi dice di andare su …. un’ora e mezzo con bici in spalla arrampicando una pietraia che del sentiero
c’ha solo il segno rosso del CAI …. da urlo !
Mentre mi arrampico e comincia anche a piovere, in piena trance, mi insorge una riflessione quasi filosofica:
c’è una sottile linea che separa l’incoscienza dal coraggio, la cazzata dall’impresa, il coglione dall’eroe … ma
da che parte della linea sono ora ??? È un dubbio che mi viene spesso.
Mi conforta la vista di un tedeschino di tre anni, con la famiglia, che si arrampica lentamente ma senza
lamentarsi, lo raggiungo perché poverino andava piano … ma che grandi, li temprano già da quell’età !
Comunque la salita si addolcisce fino a spianare, sono sul crinale di confine con l’Austria, sopra i 2.400…. la
meta è vicina !
Sorpresa: al posto del Sillaner Hutte, rifugio stile Nazi tutto nero con finestre crociate di rosso, c’è un
modernissimo rifugio da vip stile Cervinia con tanto di gregge di Alpaca al pascolo… peccato, perso tutto il
fascino austero di una volta.
Lascio lo zaino, pranzettino veloce, aspetto che finisca il temporale (che ho scansato a culo) e via verso il
Monte Elmo, altra scalatina niente male, poi giù al Rif. Gallo Cedrone e risalita definitiva al Sillanier… così,
tanto per dare dignità di dislivello al giro e non sciupare la media.

E domani Prato Piazza !