Pozza di Fassa – Campitello – Passo Duron – Rifugio Zallinger – sent 526b – Rif Comici – Città dei Sassi – Rif Valentini – Lupo Bianco – Canazei – Pozza

Partecipanti: Paolo_C, Luca_R, Gianni_M

Oggi il giro è pensato per riaccompagnare Paolo in Val Gardena, dove ha lasciato l’auto ormai quasi 2 settimane prima.

Riattacchiamo la salita come nel 2014, che è anche il percorso della Hero lunga.

La Val Duron, come sempre è uno spettacolo, si sale sì duramente all’inizio ma poi quando la valle si apre regala un paesaggio unico. Peccato l’andirivieni agostano di taxi che portano i “camminatori” al Rifugio Micheluzzi, dove ci fermiamo per un caffè e ripartiamo subito, alla faccia degli “elettrici” che combattono con la colonnina bosch per ricaricare le batterie.

A proposito delle bici assistite, troviamo a metà della salita del passo una ragazza che si è fatta male al piede ed arriva il soccorso alpino. Per carità, magari era una campionessa di mtb ma a parere nostro, soprattutto il noleggio di questi mezzi, porta gente inesperta a girare per le montagne con conseguenze negative per tutti. Scusate la digressione ma penso che prima o poi quest’uso indiscriminato porterà problemi anche per chi come noi andiamo con le muscolari… siamo davvero pochi, direi 1 su 20.

Saliamo fino al Passo Duron, con qualche tratto a piedi nelle parti sassose, e lì incontriamo un biker con figlio che sì, usa un’elettrica, ma che qualche anno fa ha fatto la Hero lunga in poco più di 6 ore… tanto di cappello.

A proposito di Hero... Luca si presta ad una rievocazione storica...

Attraversato il passo, scendiamo sul percorso della Hero, il paesaggio è fantastico ma viene da pensare che durante la gara pochi se lo godono perché, chi ci mette poco più di 4 ore possiamo immaginare a che velocità vada in questa facile discesa, chi arriva tra gli ultimi non sa nemmeno dov’è!

In effetti dove siamo? siamo al rifugio (e cappella) Zallinger, non date retta al filmato dove Luca parla di rifugio Sassopiatto, anzi, se io e Paolo eravamo indietro era proprio perché ci eravamo fermati per vedere se era visibile da lì.

Sono ormai le 12:30 e allora… si mangia e ci si stende un po’ al sole.

Ma è tempo di ripartire, anche perché da qui a Selva o S. Cristina è una discesa unica, ma io e Luca dobbiamo tornare al passo Sella per riscendere in Val di Fassa e siamo ancora indecisi su che percorso fare, il più papabile sembrerebbe risalire su asfalto ma ci scoccia un po’ vista anche la quantità di auto a giro.

Ed è durante la discesa che scopriamo un sentiero a destra con indicato Rif. Comici e che è per mtb (ho scoperto dopo che fa parte del tour guidato Sellaronda CW, cioè in senso orario). Chiesto indicazioni ci assicurano che è facile, e allora scatta l’idea… anche Paolo viene con noi (tanto per fare ancora un po’ di salita) e torna in Val Gardena dal passo Sella. Per sicurezza chiediamo dopo un po’ a 2 “elettrici” come è ancora la strada e qui scatta la frase “Dipende da quante tacche avete ancora”.

Comunque alla fine, risalendo (una buona parte a piedi) sul percorso da cui scendemmo nel 2017, arriviamo al Rif. Comici

Ripartiamo quasi subito, vista la folla!

Nel sentiero che va verso il passo, Paolo fa un piccolo video dove nomina la Città dei Sassi…

In effetti non ci siamo ancora ma la frase è stata profetica perché Luca, che era avanti, decide di ignorare il cartello che mostra: a piedi a sinistra, le ruote a destra (è quello a destra nella foto qui sotto.

e ci ritroviamo ad un cancello, (con la strada in falsopiano che si fa anche con gli sci un bel po’ in alto a destra) dove una TDC sta consigliando a 2 con la bici elettrica di passare da lì per andare al Rif. Valentini…

E noi ci accodiamo… e così abbiamo visitato con bici a spalla la Città dei Sassi! Visto che ci siamo passati a 40 mt potevamo ormai almeno andare a vedere il Sasso Palestra.

Alla fine sbuchiamo direttamente… in un parcheggio con folla da stadio, ci ristoriamo ad un baracchino e lì ci dividiamo, Paolo torna giù a S. Cristina su asfalto e io e Luca arriviamo fino al Valentini e ci godiamo la discesa fino al Lupo Bianco, da li vista la stanchezza decidiamo di scendere su asfalto e dopo la prima curva sorpassiamo una fila ininterrotta di auto (3 km?) per scendere a Canazei.